Recupero e gestione dei crediti

Per recuperare un credito è necessario utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla legge, che variano in funzione del tipo di credito che si intende far valere.

Nella maggior parte dei casi la procedura di recupero credito in Italia richiede diversi passaggi così schematizzabili:

Fase stragiudiziale

Il primo passo è un sollecito epistolare (messa in mora, diffida), cui può seguire un sollecito telefonico, delle trattative, e l’eventuale redazione di accordi per un piano di rientro o una transazione a saldo e stralcio.

Già durante questa fase è opportuno conoscere anticipatamente la situazione economico-patrimoniale e finanziaria del debitore, al fine di valutare la convenienza a dare corso all’azione legale di recupero del credito. Al fine di accertare l’effettiva situazione finanziaria (attività/patrimonio e/o livello di indebitamento) del debitore, è utile acquisire un business report da agenzie specializzate, ovvero dalle banche dati pubbliche ex art. 492 bis c.p.c., nonché delle visure dai registri imprese.

Soprattutto per i crediti di importo consistente, è buona prassi eseguire una valutazione della convenienza ad avviare una procedura giudiziaria con esito negativo certo o altamente probabile, anche se al solo fine di portare in detrazione il credito inesigibile. 

Fase giudiziale:

Se la situazione economica, patrimoniale e finanziaria del debitore risulta nel complesso positiva, è opportuno intraprendere tempestivamente un’azione giudiziale di recupero crediti.

I crediti non saldati possono essere delle tipologie più varie, e per tutti sussiste la possibilità di esperire l’azione più idonea:

  • Fatture non saldate
  • Stipendi o compensi professionali non versati
  • TFR non liquidato 
  • Mancato adempimento contrattuale;
  • Canoni di locazione e spese condominiali;
  • Etc.

Non vanno poi trascurati i c.d. “microcrediti”: il cumulo dei singoli insoluti, modesti nell’importo ma in numero consistente, «pesa» sul bilancio finale di qualsiasi soggetto. Dunque, in un’efficace gestione del credito, con costi legali definiti preventivamente, è possibile recuperare somme dovute che, totalizzate, possono consistere in cifre cospicue. 

Strumenti e procedure: decreto ingiuntivo e pignoramento

Le normative che riguardano il recupero del credito sono regolate principalmente nel codice di procedura civile. 

I crediti riconosciuti in una sentenza, in una scrittura privata autenticata o atto pubblico notarile, ovvero portati da assegno o cambiale, sono già incorporati in un titolo esecutivo. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la procedura di recupero si articola in alcuni passaggi proprio per ottenere il titolo, necessario ad un’eventuale esecuzione forzata nei confronti del debitore. È possibile riassumere tali passaggi come segue:

  • Ricorso per decreto ingiuntivo 
  • Causa ordinaria
  • Eventuale giudizio di opposizione
  • Procedure concorsuali: istanza di fallimento, insinuazione al passivo
  • Procedimenti cautelari e provvedimenti d’urgenza 
  • Procedure extragiudiziali/ Mediazione e negoziazione assistita In taluni casi, il legislatore italiano ha previsto forme alternative di risoluzione delle controversie, quali la negoziazione assistita e la mediazione. In certe materie, l’inizio di una causa ordinaria è subordinato al tentativo di una di esse. 
  • Esecuzione forzata o intervento (pignoramento, beni mobili e immobili, del 1/5 dello stipendio)

L’esecuzione forzata, infine, consente al creditore di agire sui beni del debitore, tipicamente tramite il pignoramento dei beni di quest’ultimo. Il pignoramento può aggredire gli immobili, il conto corrente, la busta paga o la pensione nella misura del quinto, o i beni di proprietà quali autoveicoli o beni suscettibili di valore economico.